‘La Signorina Papillon’ al Teatro Martinitt vi accoglierà tra fragorose risate e storie stravaganti

Dal 1 al 4 febbraio, il Teatro Martinitt di Milano presenta “La Signorina Papillon”, una commedia in costume che ha fatto la storia del teatro italiano. Scritta dal geniale Stefano Benni, questa opera continua a regalare risate e riflessioni anche dopo più di trent’anni dalla sua creazione.

Per altre notizie sullo spettacolo, date, orari e prezzi, vedi il nostro articolo si presetazione.

LA RECENSIONE
Magnifico esempio di umorismo volgare ma intelligente, usando un aulico linguaggio prestato alla risata più semplice e nuda. Il guizzo sorprendente di Stefano Benni è perfettamente interpretato dagli attori in scena che in questo caso fanno davvero la differenza, nel senso che in assenza della bravura di questi talentuosi protagonisti la rappresentazione sarebbe potuta sembrare di difficile lettura. Anche perché la storia per pur facile che sia, è raccontata in modo a volte criptico, molto fantasioso e che più di una volta costringe il pubblico a chiedersi: “ma cosa sto guardando?”. Il sottotitolo della pièce,Commedia in Costume per Personaggi Scostumati” rivela il tono dissacratorio dello spettacolo.

Con Valeria Monetti, Ludovica Di Donato, Mauro Conte E Piero Di Blasio,  la storia è un intreccio di rapporti fluidamente creati da ogni singolo personaggio che alla fine sorprende per un cambio di registro inaspettato.

La sinossi è molto semplice: la pura e ingenua Rose, collezionista di farfalle e ammiratrice di rose di ogni forma e colore vive nella sua casa in campagna, lontana dal frastuono e dalla corruzione della città, un mondo che non le appartiene. A corrompere questo bucolico paesaggio arriveranno delle presenze esterne e ingombranti. La cara amica Marie Luise, donna lussuriosa parigina, amante di tutti quelli che contano. Il poeta Millet, scribacchino bohemienne redento che crede che ricchezza e fama contino più di ogni altra cosa e che la poesia debba asservirsi ad essi. E il comandante della loggia Armand, essere spregevole devoto alla violenza e al comando, sanguinario e attacca brighe conosce solo il valore dell’onore e della spada.

La critica sottesa è quella del rifiuto alla modernità, che valeva nella Parigi di fine ‘800 come potrebbe essere vera adesso ed è stato molto terapeutico vedere sul palco l’immagine di un desiderio o di una paura, forse. Comunque, di qualcosa di irraggiungibile o di difficile accoglimento: la completa assenza di stimoli esterni di una donna che sceglie di vivere nel suo giardino, fatto di sogni e incoscienza, felice del luogo che abita.

La regia di Piero Di Blasio aiuta l’andamento della commedia con aggiunte non troppo forzate che riportano riferimenti attuali ma senza storpiare il sentimento. Le risate sono assolutamente garantite!

Confermo il teatro Martinitt come uno dei più belli e ben promossi di Milano ed è un peccato che non sia valorizzato a sufficienza. Nel frattempo godetevi ancora per pochi giorni questa storia ancora fresca e moderna.