Milano commemora l’agente Nicolò Savarino, ucciso da un nomade nel 2012 – Protesta dei “Gilet Gialli”

L’agente della Polizia locale Nicolò Savarino, nel 2012 ucciso volontariamente da un nomade, all’epoca dei fatti minorenne, è stato commemorato oggi al Parco di Via Livigno 5 a lui intitolato.

La cerimonia è iniziata con 5 minuti di anticipo rispetto alle previste ore 10 perchè il Sindaco Giuseppe Sala aveva, probabilmente, altri impegni istituzionali, creando qualche comprensibile disguido. Questo ha fatto si che la folta rappresentanza dei  ghisa del Sulpm  sia arrivata a circa metà del discorso del sindaco, posizionandosi  con tatto e discrezione a qualche metro di distanza, per rispetto di tutte le autorità intervenute . Oltre al Sindaco, erano infatti presenti il viceSindaco Scavuzzo, il Presidente del Municipio 9 Giuseppe Lardieri il Comandante della Polizia Locale Marco Ciacci, l’assessore Raffaele Todaro del Municipio 9 e  il consigliere comunale leghista Gabriele Abbiati.

Questa scelta è stata voluta e, come annunciato, non si sono voltati di spalle, ma hanno voluto simbolicamente trasmettere il messaggio alla cittadinanza della distanza tra vigili e Comune sulla questione del budget.

Sembrerebbe che l’argomento sia fuori tema con la cerimonia, ma il breve e frettoloso  discorso di Sala, seguito poi da quello del Comandante, non è apparso vicino e rispettoso del dolore della famiglia di Nicolò, ma solo una presentazione di facciata e non di “pancia”.

Nei due discorsi, sebbene si sia accennato alla tragica vicenda in cui il servitore delle istituzioni trovò la morte nell’adempimento del dovere e all’incomprensibile vicenda giudiziaria che ne è seguita, rimane però il silenzio sul fatto che i “servizi sociali” del Comune diano assistenza all’assassino, il quale ha  scontato una pena di soli 5 anni. Questa è una cosa contraria ad ogni logica, né peraltro commisurata al grave delitto commesso che prevedeva una pena molto più alta.

Se già é difficile capire tale incongruenza per la gente comune, figuriamoci per chi, come il padre o i fratelli, gente semplice e genuina, sempre presenti alla cerimonia, porta ancora dentro di sé il dolore ben vivo della perdita.

Le parole usate nei discorsi, quasi sicuramente preparate da specialisti, non hanno comunicato emozioni se non quelle della rabbia e delusione nel doversi rassegnare a piangere il loro caro, mentre si constata che le istituzioni aiutano l’autore che ha causato la loro sofferenza.

Quindi, la vicinanza espressa alla famiglia Savarino non ha senso se poi, pubblicamente o se vuole anche privatamente, il Sindaco o chi per esso non ha dei buoni argomenti per giustificare le iniziative assistenziali: si ritiene incompatibile con la coerenza, da un lato, dire “troppo indulgente” oppure esprimere la costernazione della cittadinanza milanese per la brevità della pena e poi, dall’altro, spendere i soldi dei contribuenti per dare una mano ad un assassino.

I buonisti, sempre pronti, interverranno anche questa volta precisando: “un assassino che ha scontato la pena“. Sì, soddisfatta la legge ma non redento,   non ha e non può avere il rispetto da parte dei cittadini milanesi più sensibili.

E’ vero che bisogna credere nel perdono cristiano, ma a quello  devono pensare le associazioni  preposte, le quali, almeno in questo caso, non dovrebbero attingere a fondi sociali, ma solo a quelli caritativi. Il perdono non è un obbligo, ma una scelta di coscienza e come tale ha tempi diversi a seconda della profondità della ferita che, nella fattispecie, è ancora sanguinante. A mitigare questa incomprensione ci pensano i tanti cittadini ed i colleghi vicini alla famiglia, come spiega il fratello in questo video:

Intanto il Sulpm conferma le prossime iniziative di protesta: “Sciopero il 26 gennaio per Milan-Napoli e stop agli straordinari per la Settimana della Moda di febbraio”.

Onore all’Agente Nicolò Savarino verso il quale testimoniamo la commozione dei cittadini intervenuti, dei colleghi sia in divisa che in borghese, come appunto quelli del Sulpm, tutti liberi dal servizio.